Bellè lancia oggi un messaggio alle donne a sostegno della lotta contro la ‘ndrangheta. «Non possiamo più sopportare l’invasività di questo sistema criminale. È giunto il momento di reagire». La sua voce si alza contro le sopraffazioni della criminalità organizzata.
Valentina Bellè, attrice premiata con il Nastro d’Argento per “The Good Mothers” e già al fianco di Dustin Hoffman e Adam Driver, lancia oggi un messaggio alle donne: è giunto il momento di farsi sentire contro la ‘ndrangheta. «Le sopraffazioni devono finire – come ha detto Bellè – e non possiamo più sopportare l’invasività di questo sistema criminale. Dobbiamo reagire». Sentitissimo il suo appello al coraggio.
Chi è Valentina Bellè e perché parla della ‘ndrangheta?
Valentina Bellè è un’attrice italiana che è stata premiata con un Nastro d’Argento per il suo lavoro nella serie “The Good Mothers”. Lei è diventata un’attivista pubblica contro la ‘ndrangheta con lo scopo di motivare le donne ad alzare la loro voce. La crime organizzata ha sopraffatto molte comunità calabresi sottomettendo le donne con la violenza sessuale, abusi e illegalità. Per protestare contro ciò, Bellè sostiene che le donne debbano fare la loro parte per lottare contro questo sistema criminale.
Quali sono le sopraffazioni della ‘ndrangheta contro le donne?
La ‘ndrangheta è nota per le sopraffazioni contro le donne, tra cui violenze giornaliere, abusi psicologici e sfruttamento. Abusi come la minaccia di compromettere la sicurezza economica e professionale delle donne, la gestione del loro benessere emotivo e religioso e anche feudi intergenerazionali ancora oggi perpetrati. Il carico emotivo costante questi abusi causano rende estremamente difficile per le donne farsi strada e superarli. È proprio per questo che l’appello di Valentina Bellè è così importante e incoraggia la popolazione a farsi avanti e a reagire con coraggio.
Quali iniziative concrete possono le donne prendere per combattere la ‘ndrangheta?
Le donne possono unire le forze per combattere la ‘ndrangheta con iniziative concrete, come partecipare attivamente alle campagne di sensibilizzazione in tutta Italia. Possono intraprendere azioni per sostenere le vittime di violenza, come sensibilizzare altre persone sulle forme sottili di sfruttamento organizzato e partecipare attivamente a progetti che promuovono le potenzialità di chi come loro affronta la criminalità. Si può anche fare richiesta all’Organizzazione Diaconale Assistitoriale in Italia (OAI) e alla Caritas Italiana, sollecitandole a collaborare con le reti locali e le associazioni di difesa dei diritti umani per promuovere programmi sociali in aree in cui la criminalità organizzata ha preso il sopravvento.