Sabato 6 agosto 2021, la casa di rasoi Harry’s è divenuta la più recente vittima di una reazione transfobica. La crisi è iniziata quando l’influencer Luke Wesley Pearson ha postato una partnership con Harry’s su Instagram per celebrare il suo primo orgoglio con peli facciali. Il video, promuovendo una rasatura con i proventi destinati alla Trevor Project, una organizzazione non-profit impegnata nella prevenzione del suicidio tra giovani LGBTQ+, ha suscitato reazioni molto ostili nel pubblico. Una pagina anti-trans chiamata ‘End Wokeness’ ha iniziato la campagna di boicottaggio errando accusando la Trevor Project di incoraggiare interventi chirurgici al minore. Anche Matt Walsh, anti-trans attivista, si è unito nel chiamare a boicottare il marchio. Altri hanno etichettato la strategia promozionale di Harry’s come “woke”, e hanno detto che non sarebbero più comprate le loro rasature. Rivolta anche a Andy Katz-Mayfield, co-fondatore e co-capo amministrativo per i termini usati nell’approccio alla legislature del permesso paternità (birthing e non-birthing parent), questi commenti cancellano l’importanza della rappresentazione non-genere inclusiva.
Non-binary journalist Shivani Dave ha detto a PinkNews che “è naturale che un’azienda di rasoi promuova una persona trans che fa la barba, sopratutto considerato che questo gesto può essere un momento di vulnerabilità per i ragazzi trans che non vengono insegnati a farlo in giovane età”. Ha detto, inoltre, che la reazione è stata scioccante, aggiungendo che “speriamo che l’enorme falsa ed isterica protesta sia un boomerang e dimostri che l’odio non vince”. Il Trans Safety Network, un’organizzazione che monitora i danni contro le persone trans nel Regno Unito, ha detto ad PinkNews che “molte persone trans maschili o non-binarie maschili si radono, come tutti gli altri uomini” ed ha attribuito la reazione al fatto che questi ultimi “non sono in grado o non sono disposti a vedere le persone trans come esseri umani normali”.
In un anno in cui molte aziende stanno faticosamente cercando di alzare bandiera di inclusività, Harry’s ha fatto un passo avanti nel rappresentare un mercato inesplorato di persone, con un pubblicitario che celebra la diversità. Mettere un volto non-genere alla rasatura di Harry’s ha portato a reazioni di odio, ma ha anche fatto emergere il vero valore del marchio; comprendere ed incoraggiare l’individualità è ciò che rende Harry’s un marchio unico. È sotto gli occhi di tutti che promuovere l’inclusività e l’accettazione è uno dei valori più preziosi che un’azienda possa incarnare. Peraltro, gli attacchi cominciati questa settimana evidenziano come la consapevolezza e la comprensione siano più necessarie che mai.
Chi sono Luke Wesley Person e Matt Walsh e cosa rappresentano?
Chi sono Luke Wesley Person e Matt Walsh e cosa rappresentano?
Luke Wesley Person è un influencer trans che nel giugno 2022 aveva postato su Instagram un video promuovente un kit di rasatura, di cui parte del ricavato era destinato a The Trevor Project, un’organizzazione no-profit di prevenzione del suicidio giovanileLBGTQ +. Matt Walsh invece è un attivista anti-trans, noto per le sue posizioni estremiste e per aver sollevato eco alla campagna di boicottaggio da lui iniziata nei confronti della marca Harry’s. Le sue parole hanno alimentato la reazione negativa del pubblico, minacciando un secondo boicottaggio dopo quello a Bud Light, a cui aveva fatto riferimento. Entrambi rappresentano un segno negativo generato dall’esclusione dei gruppi minoritari e dalla mancanza di diversità, che porta a reazioni aggressive nei confronti di chiunque cerchi di porre una nota di inclusione.
Quali erano le precedenti iniziative di Harry’s verso una inclusività di genere?
Prima di vedere le critiche e gli appelli al boicottaggio della società rasoi, Harry’s aveva intrapreso diverse iniziative di inclusività di genere. Nel corso degli anni, Harry’s si è sempre impegnata ad ampliare la consapevolezza della rasatura come rituale di auto-cura e autodeterminazione, indipendentemente da età, sesso, identità di genere o espressione.
Nel mese di giugno dello scorso anno, ad esempio, la società ha lanciato una campagna in collaborazione con l’influencer Luke Wesley Pearson. Il video, con protagonista Pearson, ha raccontato la sua storia personale come uomo trans e ha promosso un kit di rasatura, con i profitti destinati al Progetto Trevor, un’organizzazione senza scopo di lucro di prevenzione del suicidio giovanile LGBT. La campagna era focalizzata su un messaggio di inclusione e di sostegno ai ragazzi e alle ragazze che affrontano i cambiamenti fisici.
Un anno prima, Harry’s era entrata in partnership con l’azienda di prodotti di bellezza This Is L. per creare un kit di rasatura inclusivo che fosse accessibile a persone di tutti i generi. La collaborazione nasceva dalla volontà di celebrare l’unicità delle singole persone fornendo loro prodotti di qualità che incoraggiassero l’auto-cura, la consapevolezza e l’accettazione di sé.
Harry’s ha anche creato The Rally, un programma destinato ai leader creativi della comunità LGBTQ+ mirato a sostenerli e a incoraggiarli a promuovere la bellezza inclusiva, la cura di sé e le storie dei membri della comunità LGBTQ+.
Infine, la società ha difeso l’utilizzo di termini come “genitori che partoriscono” e “genitori che non partoriscono” negli ambienti aziendali. Si tratta di un riferimento all’esperienza di genitori di vita in coppie omosessuali o in famiglie composte da persone transgender e non-binary, che spesso sono emarginate da iniziative di inclusione e supporto genitoriale.
In definitiva, Harry’s si è impegnata in varie iniziative mirate a promuovere un’ampia consapevolezza dei temi LGBTQ+ e a incoraggiare una mentalità di inclusività di genere. Il boicottaggio da parte di attivisti anti-trans e dell’utente “End Wokeness” negli ultimi giorni è un attacco inaccettabile al lavoro che Harry’s ha svolto per promuovere l’inclusività e l’autodeterminazione.
Quali sono stati gli effetti dell’attacco che Harry’s ha subito sulla loro iniziativa?
L’attacco subìto da Harry’s ha rappresentato un duro colpo per la loro iniziativa volta a promuovere una maggiore inclusività di genere. In particolare, il marchio di rasoi ha subito pressioni e pareri contrari sui social a causa di un post Instagram dell’influencer Luke Wesley Pearson del 22 giugno, in cui celebrava la sua “prima Pride con la barba facciale”.
Nel post, contrassegnato come un’associazione con Harry’s, si promuoveva la vendita di un kit da rasatura di cui parte del ricavato sarebbe andato alla Trevor Project, organizzazione no-profit per la prevenzione del suicidio LGBTQ + giovanile.
Un anno dopo la pubblicazione di quel post, è stato sommerso da meschini commenti e si è levata un’ondata di appelli al boicottaggio del marchio. Un’account su X, l’ex piattaforma di social media Twitter, apparentemente è iniziata la campagna con un post la scorsa domenica (6 agosto), accusando falsamente la Trevor Project di promuovere “interventi chirurgici di genere per minori”.
L’attivista anti-trans Matt Walsh ha usato l’occasione per alimentare gli appelli al boicottaggio. “Abbiamo fatto fuori Bud Light. Ora è il turno di Harry’s”, scriveva Walsh.
L’ondata di critiche e appelli al boicottaggio ha provocato una frenata nella progressiva iniziativa di Harry’s, che aggiungeva elementi di inclusività di genere ai suoi prodotti, tra cui campagne di pari condizioni di congedo parentale e misure per la protezione contro discriminazioni sessuali ed etiche.
A fronte di tali accuse, persone di tutti i generi e orientamenti hanno espresso supporto ed esaltato l’iniziativa di Harry’s, che rappresenta un esempio concreto a favore di disposizioni più inclusive nei luoghi di lavoro.
In conclusione dunque, l’attacco subito da Harrys ha ridotto l’impegno del marchio nell’accessibilità e inclusività, sia nella fornitura di servizi che nella definizione e promozione di un ambiente di lavoro inclusivo. Tuttavia, con il sostegno dei suoi numerosi fan, Harry’s manifesterà sicuramente la sua rinnovata dedizione e passione nei confronti degli spazi inclusivi e dell’accessibilità, incoraggiando così altre aziende a intraprendere una strada simile.