Mentre molti sostengono che lavorare da casa possa aumentare la produttività, un nuovo studio promosso dall’ISTES e pubblicato da WFH Research aggiunge credibilità agli argomenti a favore dell’adozione di modelli ibridi e flessibili. L’indagine ha confermato una riduzione di produttività del 20% per quei lavoratori che svolgono il loro lavoro in modalità remota a tempo pieno.
In questa ricerca sono stati esaminati vari progetti di ricerca provenienti da tutto il mondo per analizzare l’impatto della pandemia sul lavoro da remoto. Come spiegato nello studio, gli svantaggi prodotti dal lavoro da casa nei membri del personale a distanza si riscontrano nella mancanza di specifiche opportunità di supervisione, comunicazione difficoltosa, ostacoli culturali e problemi di autodeterminazione.
Anche se i dati potrebbero sembrare un duro colpo per coloro che sostengono il lavoro a distanza, i ricercatori sottolineano che l’adozione dello smart working ha comportato notevoli riduzioni dei costi e ha promosso opportunità per la selezione globale.
In effetti, la flessibilità della modalità di lavoro si offre al fine di fornire un importante vantaggio alla comunità LGBTQ+ fornendo un ambiente di lavoro più sicuro e accessibile. Ad esempio, Lucy Straker, un capo campagna di Brake, una charity della strada, preferisce lavorare da casa a causa delle sue esigenze familiari e di personalità.
“Se vedo che un datore di lavoro è disposto a comprendere le mie esigenze e il mio stile di lavoro e poi adattare lo strutture di lavoro intorno a ciò, so che è un datore di lavoro inclusivo ed empatico”, dice Straker alla PinkNews.
È previsto che nei prossimi decenni lavorare da remoto diventerà la norma e che tra il 30% e il 40% del tempo di lavoro sarà svolto da casa. La tecnologia giocherà un ruolo fondamentale in questa trasformazione, sostenendo sia il lavoro a distanza, sia quello ibrido.
Alla luce di tutte queste considerazioni, i vantaggi offerti da una strategia di smart working dovrebbero essere inclusi nei piani futuri di qualsiasi azienda poiché contribuisce a rafforzare la fiducia del lavoratore, fornendo un ambiente di lavoro più sicuro ed equo indipendentemente dalla ricca diversità del personale.
Qual è stato il focus principale dell’indagine sull’impatto della pandemia sul lavoro?
L’indagine ha dato risalto al cambiamento nei modelli di lavoro da quando è scoppiata la pandemia. Mentre i sostenitori dello smart working spesso suggeriscono che i livelli di produttività siano gli stessi – se non maggiori – o che lo siano se si lavora fuori dall’ufficio, l’ultimo report dell’Istituto di Stanford per la Ricerca Economica e Politica ha fornito dati sugli effetti che una volta a casa può avere sulla produttività.
Secondo il rapporto, chi lavora da remoto a tempo pieno cade fino al 20% in termini di produttività, confrontato con le persone che lavorano in ufficio. La riduzione è attribuita alle difficoltà di comunicazione, alla mancanza di possibilità di mentorship, alle barriere culturali e ai problemi di motivazione. Tuttavia, la riduzione non è evidente nei lavoratori ibridi che ricorrono ad un mix di lavoro in casa e in ufficio.
Sebbene i dati possano essere una battuta d’arresto per i sostenitori dello smartworking, i ricercatori notano che è comunque un’opzione popolare tra le aziende, per le riduzioni di costo che comporta e per la possibilità di assumere aziendalmente in tutto il mondo. La disputa intorno ai modelli di lavoro flessibili e ibridi è travagliata, poiché molti dipendenti preferiscono una certa flessibilità nel luogo di lavoro mentre i datori di lavoro di Meta, Salesforce e Goldman Sachs hanno fatto rientrare tutti in ufficio dall’inizio della pandemia.
Durante la pandemia, alcuni benefici dei modelli di lavoro ibridi e remoti per le persone, comprendono cicli di produttività ripetuti, meno soldi e tempo impiegati nel tragitto casa-lavoro, più sicurezza psicologica e accessibilità. Per le persone LGBTQ+, ma anche per altri gruppi come quelli viventi con neurodiversità o altri disabilità, questi fattori possono fare una enorme differenza nell’accesso alle opportunità e nell’inclusione.
Infine, mentre lo studio di WFH Research sembra dire che la produttività può essere più bassa per chi lavora da casa a tempo pieno, non c’è indicazione che la vita si riavvolga prima del periodo di lockdown con i dipendenti che si recano ogni giorno in ufficio. Al contrario, i ricercatori suggeriscono che, con l’avanzamento delle tecnologie, il lavoro da remoto avrà sempre più successo, fino a coprire fino al 30-40% del lavoro, entro 10-20 anni. Su questo, la pandemia ha ulteriormente catapultato in un modello di smartworking ed ha scatenato ricerche e sviluppo in nuovi hardware e software per sostenere il lavoro da casa.
Anche se le opzioni di lavoro da remoto e flessibili sono considerate la norma (e un obbligo legale in Gran Bretagna) e la tecnologia migliora per superare i problemi che la distanza può creare, non tutti i capi aderiscono. Per molti, come la Straker, che sono privilegiati di poter lavorare da casa, questo solleva frustrazione: “Se il lavoro da remoto non è offerto dal datore di lavoro, significa inflessibilità e rendere tutti uguali. Accessibilità e parità significano avere scelte, e aiutare le persone a trovare ciò che funziona al meglio per loro.”
Quali esperienze positive hanno ricavato le persone LGBTQ+ dai modelli di lavoro flessibili?
Mentre il lavoro da remoto e flessibile viene considerato la norma (e una
richiesta legale nel Regno Unito) e la tecnologia continua a evolversi per
semplificare i problemi che le distanze possono causare, non tutti gli
imprenditori sono d’accordo. Questo è un punto che frustra molti,
inclusa Straker.
La comunità LGBTQ+ è solo una delle tante che hanno tratto beneficio
dai modelli di lavoro flessibili. Le opzioni di lavoro a distanza e
flessibili offrono uno strato aggiuntivo di sicurezza psicologica e di
accessibilità per persone che vivono con neurodiversità o altre
disabilità, nonché per quelle lgbtq+.
Lavorare da casa offre diversi vantaggi, come un miglior equilibrio tra
vita e lavoro, meno soldi e tempo speso per l’agognato viaggio casa-lavoro.
Inoltre, è un’esperienza che potrebbe aiutare a sviluppare una maggiore
sicurezza nelle proprie identità e orientamento sessuale.
Lavorare da remoto può anche offrire maggiore libertà di espressione
all’interno dei gruppi. Un ambiente di lavoro più flessibile e meno
orientato alla carriera può anche consentire maggiore sicurezza nell’esprimere
le proprie opinioni da persone di qualsiasi orientamento. Questo può
inoltre contribuire alla comprensione ed eliminazione dei pregiudizi
interni e alla creazione di un ambiente lavorativo più inclusivo.
Quando un’azienda offre modelli di lavoro flessibili, le persone LGBTQ+
possono sentirsi sicure che l’azienda in questione sia inclusiva ed
empatica. La possibilità di seguire un modello di lavoro flessibile contribuisce
maggiormente alla fiducia nella propria identità e nella propria situazione.
Inoltre, le persone LGBTQ+ possono sentirsi sicure che l’organizzazione in
questione apprezza la diversità di vedute e lo stile di vita.
In definitiva, i modelli di lavoro flessibili offrono ai membri LGBTQ+ l’opportunità di sentirsi al sicuro e inclusi sul posto di lavoro, anche se lavorano da remoto. Mentre la tecnologia moderna è destinata ad influenzare sempre più i modelli di lavoro dei prossimi decenni, una parte fondamentale sarà assicurare che le persone LGBTQ+ e tutti gli altri gruppi vulnerabili si sentano psicologicamente al sicuro e a proprio agio nel lavorare da remoto.
Quali tecnologie verranno utilizzate nei prossimi decenni per sostenere lo smart working?
Nell’era dello smart working si prevede che nei prossimi decenni verrà utilizzata una varietà di tecnologie che aiutano le persone a lavorare in modo efficiente da casa. L’utilizzo di qualsiasi tipo di tecnologia permette alle aziende e ai dipendenti di trarre vantaggio da soluzioni innovative di lavoro agile.
In particolare, le tecnologie destinate a sostenere lo smart working, come l’Internet a banda larga a velocità elevate, le conferenze video in streaming, le applicazioni di videochiamata e le piattaforme di collaborazione online, consentiranno alle persone di rimanere connesse e operare da casa. Gli sviluppi tecnologici consentiranno inoltre alle aziende di tenere d’occhio in modo più efficiente le prestazioni, le ore lavorate, il tempo passato su un task e i feedback sul lavoro svolto dai dipendenti remoti.
Inoltre, l’AI sta diventando più sofisticata e può essere utilizzata per aiutare i datori di lavoro a ridurre i costi, in particolare nei settori in cui è necessario lavorare a una velocità più elevata. L’utilizzo dell’AI consente anche alle aziende di monitorare in modo più accurato le attività dei loro dipendenti, in modo che qualsiasi errore possa essere rapidamente individuato e corretto.
Infine, i progressi nella tecnologia blockchain permetteranno alle aziende di sfruttare le potenzialità della blockchain, quali la trasparenza, l’immutabilità e l’autenticazione tra le parti interessate, per tradurre qualsiasi adempimento contrattuale in una piattaforma decentralizzata. Ciò consentirà agli utenti di lavorare da casa e garantire un maggiore livello di trasparenza nei processi di lavoro.
Nonostante questi progressi e sviluppi, è importante che le imprese riescano ancora ad istituire una cultura di lavoro incentrata sulla motivazione e sulla responsabilizzazione dei dipendenti, in modo da assicurarsi che abbiano le giuste competenze e risorse per lavorare da casa. Questo è anche uno dei motivi principali per cui molti datori di lavoro si oppongono alle pratiche di smart working.
In definitiva, attualmente l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia rende possibile la massimizzazione della produttività per le persone che lavorano da casa e consente una migliore gestione del lavoro flessibile. Tuttavia, gli sviluppi tecnologici da soli non possono compensare la mancanza di una cultura che promuove l’equità e l’inclusione. Perciò, è fondamentale che le aziende si impegnino a offrire ai loro dipendenti un ambiente di lavoro che sia equo e inclusivo, indipendentemente da dove effettuino le loro attività.