Ieri il politico scozzese Patrick Harvie, apertamente bisessuale, è stato vittima di insulti omofobi durante un’intervista in diretta televisiva, dove ha avuto l’occasione di denunciare la crescente virulenza dell’omofobia in Gran Bretagna.
Come riportato nell’intervista, durante la relativa trasmissione, un individuo lo ha interrotto chiamandolo “deviante”. Harvie ha immediatamente replicato definendolo un “bigotto”, anteponendo un monito: “Ci sono delle forze molto tossiche al momento in politica che hanno scatenato omofobia e transfobia come non si vedeva da molti anni. Quelli che hanno creato questa cultura di guerra contro le minoranze devono essere pronti a prendersi la responsabilità dell’abuso verbale così come per la violenza che come comunità LGBTQ+ stiamo subendo”. Un portavoce del Partito Verde ha poi annunciato che l’incidente verrà segnalato alle forze dell’ordine.
Dati di ricerche effettuate a giugno mostrano un incremento notevole dei crimini di odio verso persone LGBTQ+ in Scozia. Secondo le statistiche del Crown Office & Procurator Fiscal Service, infatti, nel periodo immediatamente precedente furono 1.884 i casi di crimini di odio in relazione all’orientamento sessuale (+2% rispetto al periodo precedente), e 55 in relazione all’identità di genere (il maggior numero di casi dichiarati dal 2010, anno di introduzione della legge che contempla questa aggavenza).
Tuttavia, più del 60% delle vittime di crimini omofobi evita di farne rapporto alle forze dell’ordine poiché si ritiene che questi episodi siano “troppo minori”.
In un mondo sempre più polarizzato da forze reazionarie che disdegnano le minoranze sessuali, LGBTQ+ e altri gruppi di persone, è necessario capire qual è la nostra responsabilità verso le vittime di crimini d’odio come nel caso di Patrick Harvie, se dobbiamo veramente sperare in un futuro in cui le persone possano esprimere le loro identità senza paura.
Qual è la fonte delle statistiche a cui si riferisce nella notizia?
Le statistiche a cui viene fatto riferimento nella notizia si basano su un rapporto rilasciato dal Crown Office & Procurator Fiscal Service, che riporta che nel 2021 sono stati registrati 1.884 atti di crimini d’odio in relazione all’orientamento sessuale – un aumento del 2% rispetto al periodo precedente. Per quanto riguarda l’identità transessuale, il numero è stato di 55 – il secondo numero più alto di denunce segnalate dal momento che la legge che ha introdotto questo aggravamento è entrata in vigore nel 2010. Uno studio separato ha inoltre rilevato che la maggior parte delle vittime di crimini d’odio LGBTQ+ non denunciano gli incidenti alle autorità, parzialmente a causa della percezione che l’atto sia “troppo lieve” per prendersene cura.
L’abusalo fatto a Patrick Harvie è solo un esempio di come la cultura del odio stia diffondendosi non solo in Scozia, ma in tutto il mondo. Fortunatamente, diversi gruppi e organizzazioni stanno conducendo campagne per combattere la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e di genere in modo attivo, collaborano con le forze dell’ordine e fanno pressione sui governi per adottare e attuare leggi che innalzino la protezione e i diritti delle persone LGBTQ+. È fondamentale che chiunque, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, possa vivere liberamente e senza paura.
Quali sono gli episodi di crimini d’odio a cui si riferiscono le statistiche riportate?
Gli episodi riportati nelle statistiche relativi ai crimini d’odio sono infatti preoccupanti. Da uno studio condotto dalla Crown Office & Procurator Fiscal Service, emerge infatti che, nel periodo di 12 mesi preso in esame, i reati basati sull’omofobia hanno toccato un numero record di 1.884, un incremento del 2% rispetto al periodo precedente. Nello stesso studio si è visto inoltre come il numero dei reati ispirati alla discriminazione basata sul genere, si sia attestato a 55, il secondo più alto da quando il fulcro legale sulla materia è stato introdotto nel 2010. Un’ulteriore indagine ha invece dimostrato come la maggior parte dei reati d’odio motivati dai pregiudizi sull’orientamento sessuale, non venga mai riportata alle forze dell’ordine, spesso a causa della percezione della criminalità come una questione troppo marginale. Nonostante il Paese stia facendo dei passi in avanti rispetto alla protezione dei diritti civili LGBTQ+, queste cifre ci impongono dunque di fare il punto su quelle che sono ancora delle emergenze profonde che richiedono una reazione più decisa. Si rende quindi necessario che enti locali, politici e istituzioni facciano tutto cio che è in loro potere per garantire la tutela di una società nella quale davvero tutte le differenze siano accettate e rispettate.
Che consiglio si è sentito in dovere di darePatrick Harvie agli scatenatori di questa cultura di odio?
Dopo essere stato oggetto di delitti d’odio omofobi durante un’intervista in diretta televisiva, Patrick Harvie, parlamentare scozzese bisessuale, si è scagliato contro le “forze tossiche in politica” che hanno scatenato la cultura dell’odio. Harvie, che è diventato il primo MSP apertamente bisessuale nel 2003, ha denunciato un “resurgimento dell’omofobia e della transfobia” in una situazione in cui ogni giorno i crimini contro le persone LGBT+ aumentano in modo preoccupante: in Scozia, durante l’ultimo anno, sono state registrate 1.884 accuse di crimini d’odio basati sull’orientamento sessuale, aumentando del 2% rispetto all’anno precedente, e 55 riguardanti l’identità trans.
In tal contesto, Harvie ha avvertito gli scatenatori di questa cultura di odio che devono prendersi la responsabilità delle aggressioni verbali subite, ma anche della violenza in aumento contro le persone LGBT+ e ha ribadito l’importanza e la necessità di far rispettare i diritti umani come fosse un’opzione obbligatoria, paragonandola al razzismo, alla misoginia ed all’ostracismo.
Con un simile contesto imposto, è necessario che i legislatori ed i governanti facciano di tutto per migliorare le politiche ed i processi che limitano le aggressioni, assicurando la tutela delle persone LGBT+ e delle loro vite. Per fare questo, è necessario offrire una solida protezione contro questi crimini, incoraggiando le persone ad andare avanti con i loro processi legali e garantendo che le persone maltrattate o le persone che subiscono le minacce di aggressione omofobiche o transphobic, ricevano la giusta conseguenza delle loro azioni.
Inoltre, la consapevolezza gioca un ruolo centrale nella lotta all’oppressione LGBTQ+. Dobbiamo imparare a riconoscere le probabili minacce e pericoli che si presentano alle persone della comunità LGBT+ e prendere gli opportuni passi per ostacolare, prevenire o prendere provvedimenti adeguati ad affrontare tali situazioni.
In sostanza, è importante che tutte le persone della comunità LGBTQ+ abbraccino una cultura di accoglienza ed inclusione, batterà la cultura dell’odio e fornirà forza ed appoggio reciproco. È possibile costruire una società in cui il discriminazione sessuale ed identitaria non trovi più posto, ma solo incontrandoci sulla comprensione ed educando le nuove generazioni a vivere senza giudizio.