Non c’è dubbio che il cambiamento climatico stia diventando un problema sempre più preoccupante per tutti noi. Si tratta di una crisi che colpisce tutti, ma un effetto collaterale fortemente sottovalutato su cui è necessario focalizzarsi è l’impatto che avrà sui più vulnerabili, comprese le persone di colore, i disabili, i paesi in via di sviluppo e la comunità LGBTQ+.
Secondo il filosofo LGBTQ+ Fi Quekett, è fondamentale concentrarsi sulle voci marginalizzate quando si parla di cambiamenti climatici. Attraverso le sue campagne come Fossil Free Pride a Leeds e Axe Drax, e attraverso le sue dichiarazioni date a PinkNews, Quekett sottolinea come le persone LGBTQ+ possano essere più esposte agli effetti catastrofici del cambiamento climatico a causa di carenze nell’accesso a case sicure e abbordabili, sanità e occupazione e come la violenza, la povertà, la discriminazione e altri fattori possano comprendere l’accesso alle risorse come le assicurazioni contro alluvioni o a condizionatori d’aria. Anche l’accesso ai farmaci vitali può essere compromesso dopo i disastri naturali.
Per contrastare la minaccia crescente del cambiamento climatico, alcuni attivisti LGBTQ+ sono stati all’avanguardia nella lotta. Ad esempio, lo scorso luglio un team di sostenitori LGBTQ+ di Just Stop Oil ha interrotto orgogliosamente a Londra, a volte con estremi livelli di veemenza, per protestare contro i sostenitori dell’evento.
Quekett e Isaias Hernandez, creatore di Queer Brown Vegan, incoraggiano le persone LGBTQ+ a impegnarsi nella lotta contro il cambiamento climatico nell’interesse della comunità globale. Quekett ricorda a tutti quanti che la liberazione LGBTQ+ significa mettere giustizia al sistema e, secondo Hernandez, la soluzione non si limita a mettere una bandiera arcobaleno o a partecipare a delle proteste, ma bisogna essere consapevoli dell’esistenza di un problema e offrire risorse alla comunità.
In conclusione, fornendo supporto alle persone marginalizzate, concentrandosi sui problemi a livello sistemico, condividendo conoscenze e connessioni attraverso i social media e unendo le comunità, possiamo sperare di dare un impulso vincente alla lotta contro i cambiamenti climatici e creare un futuro più accogliente e sostenibile.
Quali misure secondo Fi Quekett dovrebbero essere prese per aiutare le persone LGBTQ+ più a rischio rispetto ai cambiamenti climatici?
Secondo Fi Quekett, le persone LGBTQ+ sono a rischio più elevato rispetto ai cambiamenti climatici a causa del sistema di disuguaglianze che li riguardano, dalla scarsa disponibilità di alloggi sicuri e abbordabili all’esposizione disprorzionata all’inquinamento di aria e acqua. Inoltre, la discriminazione può influire sulla capacità di una persona di affrontare calamità disastrose. Per esempio, dopo l’uragano Katrina del 2005, trans e persone LGBTQ+ hanno incontrato discriminazione nei rifugi di emergenza, mentre sono stati costretti ad andare a “estremi sforzi” per assicurare che coloro che vivono con HIV abbiano accesso alla loro medicazione vitale.
Per mitigare l’impatto del cambiamento climatico su membri della comunità LGBTQ+, Fi Quekett suggerisce misure che possono essere prese per sostenere le loro voci e garantire alla comunità l’accesso a beni e servizi necessari. I primi passi dovrebbero essere quelli di riconoscere i modelli insostenibili che minacciano la sopravvivenza degli ecosistemi, dare ascolto alla voce dei gruppi e delle persone più vulnerabili, impegnarsi a litighare i danni storici alle persone LGBTQ+ e condurre una lotta passo passo contro le istituzioni, le multinazionali ed i gruppi che rivalutano le criatrici ed influenzano l’opinione pubblica contro le persone LGBTQ+. Inoltre, sono necessarie iniziative che aiutino ad aumentare l’accesso alle risorse come l’affittable, la salute, l’istruzione e le assicurazioni alle persone LGBTQ+, rendendo la lotta al cambiamento climatico più fare ed equa.
Infine, le persone LGBTQ+ in tutto il mondo dovrebbero lavorare insieme per contrastare il cambiamento climatico, poiché la liberazione LGBTQ+ non può essere costruita in un solo paese e molti attuali migranti climatici sono composti da persone queer e trans. Solo così potremo creare un sistema giusto e sostenibile per tutti che possa contrastare l’impatto della crisi climatica sulla comunità LGBTQ+.
Qual è secondo te la violenta più efficace per rivendicare i diritti delle persone LGBTQ+ nella lotta contro il cambiamento climatico?
Secondo me, la forma di protesta più efficace per rivendicare i diritti delle persone LGBTQ+ nella lotta contro il cambiamento climatico è quella di promuovere grandi e sistemici cambiamenti nella nostra società. Nel corso degli anni, i gruppi LGBTQ + attivi per il cambiamento climatico si sono stancati nel sostenere campagne per la protezione dell’ambiente, le quali hanno dato luogo a grandi successi. Lo scorso anno, ad esempio, un gruppo di attivisti LGBTQ + a Washington DC ha interrotto Capital Pride per protestare contro gli sponsor dell’evento, tra cui la società di servizi finanziari Wells Fargo, che ha contribuito a finanziare il Dakota Access (pipeline) Oil Pipeline, opposto dalle comunità indigene.
Inoltre, le persone LGBTQ + hanno svolto un ruolo importante nella campagna Fossil Free Pride, un movimento globale promosso da Greenpeace, che mira a porre fine ai finanziamenti dei combustibili fossili negli eventi Pride. Grazie ai loro sforzi, British LGBT Awards ha abbandonato Shell e BP come sponsor, mentre altri 13 eventi Pride hanno rifiutato il finanziamento delle aziende e dei finanziatori delle fonti di energia fossile.
Inoltre, attivisti come Isaias Hernandez stanno assicurandosi che le persone LGBTQ + partecipino a questa lotta. Hernandez ha creato una piattaforma ambientale chiamata Queer Brown Vegan, che educa i seguaci sulla crisi del clima attraverso i social media. Inoltre, afferma che l’affrontare la crisi del clima fa parte della liberazione LGBTQ + e che gli sforzi per migliorare la situazione devono prevedere la creazione di un sistema “giusto” per i marginalizzati.
Inoltre, Quekett ha suggerito che le persone LGBTQ + prendano misure concrete per contribuire al movimento per il cambiamento climatico, come “la combinazione del cartello e del megafono”. L’attivista ha sottolineato che è essenziale che le voci marginalizzate siano al centro della lotta contro il cambiamento climatico e ha inoltre sottolineato che l’aiuto reciproco e il sostegno reciproco da parte delle comunità sono sempre più potenti di un grande gruppo che cerca di risolvere tutto da solo.
In conclusione, alla luce della crescente crisi climatica, le persone LGBTQ + devono abbracciare la lotta per il clima, una lotta che coinvolge tutti. Promuovendo grandi e sistemici cambiamenti nella nostra società, possiamo incoraggiare l’uguaglianza e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico. Lavorando insieme, possiamo creare un mondo più giusto e più sicuro per le persone LGBTQ +.
Quali ricursi possono fornire le persone LGBTQ+ per aiutare a contrastare la minaccia del cambiamento climatico?
L’emergere della crisi climatica è diventata una prospettiva sempre più terrificante per tutti. La condizione del clima cambia l’esistenza di tutti, ma un impatto spesso sottovalutato è sui più vulnerabili, inclusi quei persone di colore, disabili, visti in paesi in via di sviluppo e la comunità LGBTQ+.
Malgrado il cambiamento climatico possa colpire tutti, gli attivisti queer insistono che l’impatto sarà di più sulla comunità LGBTQ+. Si tratta di tener conto delle voci marginalizzate quando si discutono queste questioni.
Fi Quekett, un attivista queer all’interno del movimento di giustizia climatica, ha giustamente osservato come persone LGBT affrontano divaricazioni all’interno di mercati del lavoro, risparmi e redditi più bassi, che comporta, quindi, una grave vulnerabilità in relazione alla crisi climatica.
Quekett sostiene inoltre che i membri della comunità LGBTQ+, soprattutto le persone transgender, sono più esposte a problemi di insicurezza abitativa, a cavallo di dislocazioni causate da uragani o estremi eventi climatici. Nonostante questi problemi siano più presenti all’interno delle comunità queer, la discriminazione può influire negativamente sulla capacità di risposta riguardo questi disastri.
Tuttavia, è incoraggiante sapere che la comunità LGBTQ+ è all’avanguardia nella lotta contro la crescente minaccia dei cambiamenti climatici. Ad esempio, Just Stop Oil ha recentemente bloccato la Pride di Londra, protestando contro le azioni dei grandi inquinatori che sponsorizzano i festival dell’orgoglio.
Gli attivisti LGBTQ+ sostengono anche che è fondamentale concentrarsi su voci marginalizzate durante la disputa tra il disastro climatico. Isaias Hernandez, creatore della piattaforma Queer Brown Vegan, utilizza i social media per educare i suoi seguaci sulla crisi, affermando che vettori come questi permettono a un quarto della popolazione statunitense di imparare sull’argomento.
Il combattimento della crisi climatica va a braccetto con l’attivismo LGBTQ+. Riaffermare il diritto di ogni queer a una vita libera dalle oppressioni è fondamentale per condurre con successo una battaglia ambientale che miri all’eliminazione di sistemi oppressori.
Per poter rispondere efficacemente alla crisi climatica, le persone LGBTQ+ possono creare campagne di sensibilizzazione sui social media per far conoscere i danni causati dai cambiamenti climatici, partecipare a discussioni, unire le forze con altri attivisti, creare organizzazioni a sostegno della causa o partecipare a manifestazioni. Alla fine, l’unione delle comunità che si preoccupano e lavorano insieme è sempre più potente di un gruppo grande che cerca di risolvere ogni cosa.