Sabato scorso (27 Agosto), centinaia di protestanti si sono riuniti a Saskatoon, in Canada, per opporsi ai nuovi provvedimenti che riguardano l’educazione sessuale e di genere nei luoghi di istruzione.
Martedì (22 Agosto) il ministro dell’Istruzione Dustin Duncan aveva annunciato l’introduzione di alcuni cauzionali cambiamenti riguardo il programma scolastico della provincia canadese.
Tra queste novità, si prevede che gli studenti sotto i 16 anni debbano ottenere il permesso di un genitore o guardiano prima di poter apportare modifiche ai loro cognomi o soprannomi; inoltre, i genitori canadesi saranno avvertiti con anticipo circa il programma di salute sessuale che i loro figli seguiranno a scuola, e avranno la possibilità di escluderli interamente o in parte da quei corsi.
Ciò che ha suscitato un’ondata di rabbia sono stati gli effetti che queste novità potrebbero avere su studenti transgender o non binary, che potrebbero non ricevere più un’educazione completa sulla salute sessuale.
Rispondendo alle accuse, il ministro Duncan ha affermato che l’obiettivo di questa decisione è incoraggiare l’involvimento dei genitori. Tra coloro che hanno criticato questo provvedimento ci sono organizzazioni per i diritti civili, professionisti della salute, politici dell’opposizione, insegnanti e genitori.
Durante la manifestazione, diverse mamme e papà hanno espresso il forte desiderio che la scuola sia un luogo in cui i loro figli possano essere liberi di esprimersi senza timore di essere condannati.
Recentemente, anche la Saskatchewan Advocate for Children and Youth si è espressa in modo negativo sull’impatto che queste cambiamenti notizie avranno nei diritti dei bambini. Anche Lisa Broda, la presumibile mente dietro la protesta dello scorso fine settimana, ha condannato questo provvedimento.
La conclusione al momento è che le nuove politiche della provincia potrebbero porre studenti transgender o non binary in una situazione di grave pericolo.
In pochi giorni, coloro che si sono uniti per manifestare questo sabato passeranno da apolitici ad attivisti- ora dovranno aspettare di vedere se le loro parole saranno sufficienti a fermare la loro controversa legge.
Quali sono le previsioni per la decisione conclusiva della controversa legge?
Le previsioni per la decisione conclusiva della controversa legge variano in base alle opinioni e al contesto. Ci sono organizzazioni come la Saskatchewan Teachers’ Federation, la Saskatchewan Federation of Labour e l’Canadian Civil Liberties Association che hanno espresso forte disapprovazione nei confronti della legge. Ciò ha provocato un’ondata di proteste e dimostrazioni da parte di genitori, docenti ed educatori per opporsi alle disposizioni.
Da un lato, alcuni ritengono che la nuova legge possa essere particolarmente nociva per gli studenti transgender e non binari, mettendoli a rischio di pregiudizi e discriminazioni. D’altro canto, c’è chi considera la modifica un modo per aumentare il coinvolgimento dei genitori e, quindi, identificare le necessità degli studenti e assicurare loro una più adeguata protezione.
Inoltre, la legge può essere giudicata in modo diverso a seconda del contesto. In un sistema educativo in cui i genitori siano già coinvolti nella vita scolastica dei propri figli, la legge può essere vista come uno strumento utile per aiutare gli studenti; mentre in una situazione in cui alcune famiglie possano non supportare le identità di genere dei bambini, la legge può essere vista come una minaccia per la loro incolumità.
In questo caso, non c’è una sola prospettiva e la situazione è complessa. Comunque sia, non è ancora chiaro che cosa accadrà alla fine. Tuttavia, le forti proteste da parte della popolazione potrebbe portare a una riduzione dell’impatto della nuova legge o anche a un’ulteriore revisione che tenesse conto delle opinioni esposte.
Quali soluzioni propongono le organizzazioni per i diritti civili in merito?
Le organizzazioni che si oppongono alle nuove politiche della provincia canadese Saskatchewan, in materia di educazione sessuale, stanno proponendo soluzioni a tutela dei diritti civili. Il più alto esponente in materia, il Ministro dell’Istruzione Dustin Duncan, ha annunciato la settimana scorsa che le nuove norme, che prevedono l’ingerenza dei genitori nelle decisioni dei loro figli in materia di paternità e cambio di nome sempre sotto l’età dei 16 anni, andrebbero implementate il più presto possibile.
Da allora le proteste sono proliferate in tutta Saskatoon, portando le strade della città canadese ad essere invase da centinaia di persone: genitori, bambini, insegnanti, nonché organizzazioni a tutela dei diritti civili. Tutto questo ha portato, estremamente rapidamente, a una forte reazione da parte dei politici, dei medici e degli esperti di molte discipline che hanno espresso preoccupazione ed esasperazione sull’impatto che tali leggi potrebbero avere sui bambini identificabili come transgender e non-binary.
Le più alte autorità della provincia si oppongono con forza alla presa di posizione del ministro dell’Istruzione. La leader dell’opposizione Carla Beck ha dichiarato che queste politiche sarebbero radicate nella “politica divisiva” e nella trans-fobia e che rappresentano una “nuova bassa” per il governo provinciale. La Consigliera dei Diritti dei Bambini e dei Giovani, Lisa Broda, invece ha espresso gravi preoccupazioni sull’impatto che queste politiche potrebbero avere sui bambini di Saskatchewan.
Organizzazioni così disparate come la Saskatchewan Teachers’ Federation, la Saskatchewan Federation of Labour e la Canadian Civil Liberties Association, hanno sottolineato come la politica del ministro stia sacrificando la sicurezza dei bambini, mettendo a repentaglio loro formazione e sottointendendo che al sicuro ci sarebbero di più in assenza della nuova politica. Il Ministro in una recente intervista, ha però affermato che le nuove politiche devono solo incrementare la partecipazione dei genitori, dicendo che in questo modo potrebbero evitare che i ragazzi si ritrovino in situazioni spiacevoli, ma che non è modo di garantire che un bambino possa sentirsi più al sicuro.
Le organizzazioni che si oppongono a queste politiche, chiedono di aggiungere maggiore sicurezza a coloro che devono affrontare situazioni difficili. Si chiede alle scuole di diventare zone sicure per tutti i bambini e, soprattutto, di fornire a tutti un’educazione ben bilanciata e completa sulla salute sessuale. Solo così si potranno difendere a pieno i diritti di tutti gli studenti, e garantire che bambini e giovani possano essere sereni al loro interno.
Quali forme di partecipazione dei genitori sono richieste nell’applicazione della legge?
La controversa legge della Saskatchewan sul tema dell’educazione e della sessualità richiede la partecipazione attiva dei genitori nell’applicazione della legge attraverso l’opzione di esclusione dei loro figli dalle lezioni di salute sessuale. Si richiede inoltre ai genitori di fornire il permesso prima che i minori possano cambiare i loro nomi e i loro pronomi. Questo ha portato alla protesta di centinaia di persone, genitori, insegnanti e rappresentanti delle organizzazioni per i diritti civili, che sottolineano come i diritti fondamentali dei bambini siano a rischio a causa di questa legge.
Al di là del coinvolgimento dei genitori per le decisioni sull’educazione sessuale, le organizzazioni coinvolte nella protesta stanno sostenendo più in generale la necessità di creare uno spazio sicuro nelle scuole per i minori, specialmente per quegli studenti LGBTQ+ che possono non essere supportati nei loro orientamenti sessuali e nella loro identità di genere a casa. A tal fine, i manifestanti si stanno mobilitando per chiedere al governo di revocare le disposizioni in materia di educazione sessuale contenute nella nuova legge e di garantire ai bambini LGBTQ+ un ambiente discriminazione e la libertà di esprimersi, in modo da adottare un approccio incentrato sui diritti dei bambini all’educazione.
In ultima analisi, si tratta di una richiesta unanime alla provincia di prendere decisioni basate sull’evidenza in materia di educazione sessuale, consultando le principali esperte e assicurando l’inclusione degli stakeholder più vicini, come i genitori e gli insegnanti, per garantire al meglio l’adozione di una legislazione che tenga conto dei diritti di ogni persona, soprattutto dei bambini.